SpiritsEUROPE invita la UE a sostenere competitività, resilienza e crescita
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"Il commercio e le esportazioni sono al centro del nostro settore da secoli - spiega l'associazione -. Spesso considerate prodotti iconici e simboli della cultura europea, le bevande alcoliche dell'UE rimangono una forza trainante per le esportazioni europee, sostenendo innumerevoli posti di lavoro nelle comunità rurali. Tuttavia, questo successo non deve essere dato per scontato. Ci troviamo di fronte a sfide importanti, dal rallentamento dell'economia globale che ha un impatto sul potere d'acquisto dei consumatori alle crescenti tensioni geopolitiche e alla crescente militarizzazione del commercio. Per superare queste sfide, abbiamo bisogno di una politica commerciale aperta che promuova la competitività, la resilienza e la crescita".
Il successo del settore europeo degli alcolici risiede nella sua capacità di bilanciare le tradizioni di lunga data e la qualità tramandata da generazioni con l'innovazione per soddisfare le preferenze dei consumatori in continua evoluzione. Essendo un settore ad alto valore e orientato all'esportazione, i produttori di bevande spiritose dimostrano come il commercio estero possa rafforzare la produzione agroalimentare dell'UE, a vantaggio sia degli agricoltori che forniscono gli ingredienti chiave sia delle comunità rurali in cui si svolge la maggior parte della produzione.
L'organizzazione invita l'Unione europea a dare priorità a tre aree chiave:- L'UE deve promuovere un ambiente commerciale stabile e aperto per i suoi alcolici, proteggendoli da controversie commerciali non correlate, dando priorità alle soluzioni multilaterali e rafforzando la cooperazione pubblico-privato.
- L'UE dovrebbe approfondire la cooperazione normativa con i paesi terzi per rimuovere e prevenire le barriere commerciali.
- L'UE deve ampliare l'accesso al mercato e sostenere la diversificazione concludendo accordi commerciali ambiziosi con le principali regioni in crescita, supportati dalla diplomazia economica e da attività promozionali.
Qui il rapporto.
foto: SpiritEUROPE