A Santhià (VC) va in scena il Carnevale più antico del Piemonte
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Grandiosi corsi mascherati, veglioni danzanti,bande, gruppi storici e appuntamenti enogastronomici: a Santhià il Carnevale è la festa per eccellenza dell’anno. Un evento che coinvolge oltre 2.000 figuranti in una cittadina di soli 9.000 abitanti, organizzato dal popolo per il popolo. “Un divertimento che dura da 1.000 anni”, come recita uno degli slogan della manifestazione che torna quest’anno dal 18 al 25 febbraio. Nella cittadina in provincia di Vercelli, questa ricorrenza si festeggia dalla notte dei tempi: ciò ha consentito alla manifestazione di fregiarsi del titolo di “Carnevale più antico del Piemonte” e probabilmente d’Italia.
Già dal 6 gennaio scorso, i cittadini santhiatesi hanno formato le “Compagnie della pula”, che hanno l’obiettivo di bussare alle porte della zona urbana o extraurbana di competenza per raccogliere i fondi per l’organizzazione della manifestazione. Martedì 18 febbraio, invece, si è tenuto il Gran Galà delle Maschere e dei Personaggi Storici, con la presentazione ufficiale della coppia scelta per impersonare Stevulin d’la Plisera e Majutin dal Pampardù. La leggenda narra che si trattasse di una coppia di giovani contadini che giunsero in città in viaggio di nozze, ricevendo dal signorotto locale le chiavi per governarla e amministrarla per tre giorni. Ogni anno “Stevu e Majot” sono impersonati da una coppia diversa, a cui il Sindaco consegna le chiavi simbolo di Santhià: la manifestazione – alla quale fanno da testimonial maschere provenienti da Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Lombardia - è seguita dal discorso in dialetto di Stevulin, che affronta con ironia temi di attualità locale e non solo. Giovedì 20 è stata invece la volta del “Giòbia Grass”: al suono dei Pifferi e Tamburi del Carnevale Storico e delle due bande cittadine, i gruppi carnevaleschi organizzeranno lungo il Corso Nuova Italia un percorso enogastronomico formato da circa 20 stand, con cibi e bevande gratuiti.
Sabato 22 febbraio ecco i lcerimoniale carnevalesco e la consegna delle chiavi della città a “Stevu e Majot”, seguita dal “proclama al popolo” di Stevulin e dalla sfilata del Corpo Pifferi e Tamburi e delle Bande Cittadine. Spazio anche alla buona cucina con il Carvè Street Food, con un aperitivo diffuso e una cena lungo Corso Nuova Italia, ribattezzato per l’occasione “la Via del Gusto”.
Domenica 23 ecco il primo, attesissimo Corso Mascherato di carri e maschere a piedi, che come da tradizione sarà aperto da due ospiti di eccezione. Saranno presenti Sara Di Vaira, ballerina, e Lasse Matberg, Tenente di Vascello della Marina Norvegese: riformando la coppia che ha trionfato a “Ballando con le stelle 2019”, indosseranno i panni di “Testimonial del Carnevale Storico” di quest’anno. A concludere la giornata saranno lo spettacolo Piromusicale e il veglione carnevalesco con lo spettacolo Showzer.
Lunedì 24 febbraio sarà il giorno del secondo Corso Mascherato e soprattutto della Colossale Fagiuolata, il momento simbolo del Carnevale di Santhià che si aprirà alle 5 del mattino con le “Sveglie” del Corpo Pifferi e Tamburi, che desteranno i rappresentanti della Direzione che dovranno presiedere all’accensione dei fuochi con cui sarà preparata la fagiuolata: a mezzogiorno in punto, grazie a 320 camerieri, verranno distribuiti gratuitamente alla popolazione 20 quintali di fagioli e 10 quintali di salami, per oltre 20.000 razioni. Fiore all’occhiello del Carnevale Storico, ci sarà un vero e proprio colpo di scena. A presenziare alla distribuzione dei gustosi fagioli arriverà Marcello Lippi, allenatore della Nazionale Italiana di Calcio 2006 e Campione del Mondo, ospite d’onore del Pranzo di Gala, a cui sarà riservato il Premio “Solo l’Arte Rimane”, dedicato alla memoria del Cav. di Gran Croce Mario Pistono, colonna portante del Carnevale e punto di riferimento della vita culturale della Città per decine e decine di anni.
Martedì 25, prima del terzo Corso Mascherato e della proclamazione dei vincitori delle varie categorie, torneranno i tradizionali “Giochi di Gianduja”: tanti giochi risalenti al periodo medievale, a cui parteciperanno le varie Compagnie, sfidandosi tra di loro in una giornata all’insegna del divertimento. La cerimonia di chiusura del Carnevale, alle ore 22.00, sarà come al solito all’insegna del “Rogo del Babàciu”, un pupazzo appeso su una pira e bruciato in Piazza Maggiore; tutta la popolazione assisterà all’accensione del rogo che segnerà la fine della festa, fra il suono delle campane a lutto e le note di una marcia funebre, che si tramuterà subito dopo poche note in una “monferrina” sfrenata, un ballo che segnerà il ritorno dell’atmosfera tipicamente allegra di queste imperdibili giornate, la cui origine si perde nella notte dei tempi.
In alcuni scritti si fa riferimento al Carnevale santhiatese come a un avvenimento le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Documentata la prova di un “richiamo” (con relativa multa), indirizzato ai giovani dell’Abadia di Santhià, che vennero condannati, nel 1430, a pagare 25 soldi per aver condotto in chiesa “con la massima solennità, un asino ricoperto con abiti sacerdotali”. L'abitudine che qui viene descritta risaliva a tempi anteriori e veniva tollerata. Con l’avvento del Ducato sabaudo e degli Statuti cittadini, vennero introdotti vincoli per attenuare gli eccessi del “rovesciamento delle abitudini” tipico del periodo di Carnevale. Si ricorda questa circostanza come esempio del fatto che a Santhià il Carnevale, con le sue tradizioni e i suoi eccessi, era già allora un’abitudine consolidata. Del resto, su un documento del 1893, in possesso della Pro Loco, si legge che quell’anno si festeggiava l’ottavo centenario dell’Antica Società Fagiuolesca, il che permetterebbe di retrodatarne l’esistenza ad almeno il 1093.
Info: www.fuoriporta.org